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  Castel San Giorgio - Con una lunga nota stampa, il gruppo consiliare "Rinascita e trasparenza"
 
Castel San Giorgio - Con una lunga nota stampa, il gruppo consiliare "Rinascita e trasparenza" attraverso consiglieri comunali Franco Longanella e Filomena Pascariello, esprimono la loro solidarietà ai lavoratori della San Giorgio Servizi, da 5 mesi senza stipendo, e da marzo in cassa integrazione che per ora non è stata elargita. Riportiamo la nota stampa SOLIDARIETÀ’ AI DIPENDENTI DELLA SAN
GIORGIO SERVIZI Stamane siamo venuti a conoscenza, purtroppo dalla stampa e non dai canali istituzionali, che per i dipendenti della San Giorgio Servizi, società in house del Comune di Castel San Giorgio, è stata richiesta la messa in cassa integrazione. Da premettere che ad essi il Comune ha liquidato pochi giorni fa il saldo delle buste paga di novembre 2019 e che quindi restano ancora sospese le mensilità da dicembre 2019 a marzo 2020, compresa la tredicesima 2019. Sempre dalla stampa apprendiamo che tale procedura sarebbe stata attivata “senza mai chiamare in causa le maestranze e le organizzazioni sindacali” e nemmeno l’assessore al ramo, perché evidentemente è sempre stato contrario allo smantellamento della società. Alcune voci dicono però che esse sono state “avvisate” delle intenzioni dell’Amministrazione. Il nostro gruppo consiliare continua a ritenere che la chiusura della società sia un danno enorme per Castel San Giorgio, viste le potenzialità di gestire in economia tantissimi servizi a vantaggio del territorio. E ciò è dimostrato dalla poderosa azione di recupero e di rilancio messa in essere sotto l’Amministrazione Longanella e perseguita ancora, anche se con tutte le difficoltà politiche incontrate all'epoca, dall'Amministrazione Sammartino ed anche da quella commissariale. Nel corso di questa Amministrazione, noi stessi abbiamo potuto riscontrare come il vento fosse cambiato nel momento in cui fu dato incarico al dottor Madaro di fare una relazione sullo stato della società e di proporre un ventaglio di soluzioni che ne dettasse il destino ulteriore. Tra le 4 ipotesi ventilate l’Amministrazione non scelse quella di rilanciarla affidandole altri servizi, e perché non tutti, compresa la raccolta differenziata, ma di reperire soggetti privati che intendessero finanziare le attività della società sul territorio. Tale scelta non ci ha mai trovato d’accordo, anche perché quale privato volete che venga ad investire su una società che può operare solo sul territorio sangiorgese e per farlo deve godere di sempre rinnovate e incrementate convenzioni col Comune? In realtà, era solo un tentativo per prendere tempo e sgonfiare le convenzioni, rendendo così ineluttabile la scelta di chiuderla. E così, dalle 10 convenzioni che regolavano il rapporto col Comune sono state di volta in volta sottratte quella per il taglio erba stradale (€ 9.500 mensili circa), quella per il taglio erba delle aree comunali (€ 2.800 mensili circa), lo spazzamento stradale (€ 16.500 mensili circa) e la pulizia delle caditoie su tutto il territorio comunale (€ 7.700 mensili circa), che fanno un totale mensile di € 36.500 ed annuale di € 438.000. Se consideriamo che all'epoca della vigenza di tutte le convenzioni il budget annuale era di circa € 700.000, si capisce facilmente di come le risorse della società siano state ridotte al minimo. Quel che non comprendiamo è come la riduzione di questo budget abbia consentito al Comune di continuare a pagare stipendi, oneri, manutenzioni ed acquisti con risorse così irrisorie, ma, oltre a chiederne spiegazione, pensiamo che questa sia materia da Corte dei Conti. Nel frattempo, molti di questi servizi sono stati affidati a privati ed oltre al ritardo nel pagamento dei diversi oneri non si sa più che fine ha fatto il piano di rientro dai debiti, che era coperto dal budget di cui sopra, pur continuando a pagare amministratori che in questo contesto poco potevano fare. Noi continuiamo a sostenere che le scelte di privatizzazione siano sbagliate e lo dimostra anche quanto è successo a livello nazionale (vedi Alitalia, aumento delle risorse per la sanità privata e tanti altri ancora), dove tali affidamenti aprono la strada solo alla ricerca del profitto, all'aumento della corruzione ed allo scadimento qualitativo degli stessi. Una società in house ben gestita (coperta com'è da un’ottima legislazione anche a livello europeo) può essere il toccasana per Comuni e territori di media grandezza, come qualche esperienza degli anni scorsi ha dimostrato e pertanto esprimiamo tutta la nostra solidarietà ai dipendenti della società, che al tempo del Coronavirus mai avrebbero pensato di dover ricorrere alla CIG o ai buoni statali per fare la spesa. Anche per questo abbiamo proposto già da tempo di destinare le indennità assessoriali ai dipendenti, per superare la drammaticità di questo momento, ma da questo orecchio nessuno ci sente. In conclusione, la nostra posizione sull'argomento, essendo minoritaria nel gruppo unico di maggioranza, ha fatto sì che le scelte sulle attività della società e sugli amministratori non ci venissero proprio sottoposte, ma noi non abbiamo cambiato idea, abbiamo cambiato gruppo.

Servizio di: Carmine Pecoraro

 

 

Domenica 26 aprile 2020
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