In occasione della Cerimonia di premiazione per gli studenti che avranno accesso alla restituzione delle tasse,
secondo il programma "Unisa premia il merito".
"Una sveglia: 5:30
Colazione: 5:45
Studio: 6:00
L'immagine di quel timer sempre avanti e il suono della voce di tua madre che ti dice che quei soldi le servono e
tu che metti la sveglia un quarto d'ora sempre prima con la speranza di accumulare più tempo, quel maledetto tempo
che sembrava sempre sfuggirti così come tutti gli svaghi, i momenti che avresti voluto passare all'università, le
feste a cui saresti voluta andare, tutto era risucchiato via dal vortice del tempo. "Non mi sento sicura" "provalo
lo stesso, ricordati di unisa premia il merito!" E io provavo, provavo sempre accettavo ogni volta "accetta, accetta
tutto" mi dicevano a casa, e intanto una segreta invidia iniziava a sorgere quando vedevo chi gli esami li
metabolizzava con calma, chi non viveva sotto il ricatto del "quei soldi ci servono", chi la sveglia poteva
programmarla anche alle nove, chi non vedeva quel cronometro sempre davanti agli occhi.”
Questa è un messaggio ci è stato inviato in privato da una studentessa dell’Università degli studi di Salerno,
una dei 3000 tra studenti e studentesse che nella giornata del 20 Luglio verranno premiati dal rettore in persona
con un evento in pompa magna all’interno del teatro d’ateneo. Parlare di Unisa premia il merito è estremamente
difficile, ma necessario per comprendere a pieno le dinamiche interne ed esterne al mondo universitario. Questo
comunicato intende interrogarsi su come Unisa premia il merito si inserisce nel contesto di una Università del
meridione, mettendo in evidenza le criticità e le contraddizioni che un piano del genere può offrire.
La nostra regione non garantisce il diritto allo studio, in termini di erogazione di borse di studio, a tutte e
tutti gli aventi diritto, come Lei ha tenuto a sottolineare. Ha così pensato che il ricatto economico fosse il
miglior modo di accrescere la retorica del merito. Unisa premia il merito, anzi me lo lasci dire “unisa premia
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la velocità”, non è altro che un ricatto posto a tutte e tutti quegli studenti e quelle studentesse che non rientrano
nei parametri di accesso al diritto allo studio e sono costretti ad una folle corsa al merito per potersi permettere
di studiare anche l’anno dopo.
Siamo di fronte ad una mutazione alla radice non solo degli strumenti attraverso i quali si garantisce il reale
diritto allo studio, ma alla costruzione di un’idea di università e di cultura che si allontana da ciò che
originariamente avevamo identificato come focolai di idee e di conflitti, casa del confronto e dei saperi,
fabbrica di progresso e diritti. Non più un’università che garantisce il diritto allo studio a chi non ha i
mezzi economici a disposizione, ma un’università che richiede di correre per finire gli esami e di metabolizzare
una modalità di studio che massimizza il profitto e, troppe volte, cambia radicalmente l’idea di conoscenza e cultura.
L’ideologia neoliberista e la valutazione, che ne costituisce il suo braccio operativo, influiscono in maniera
pervasiva nel percorso formativo di ogni singolo studente e studentessa, trasformando l’università in una fabbrica
di soggetti che assumono su di sé la piena responsabilità del loro percorso, allontanandoli dall’idea di una
conoscenza che sia collettiva e che si opponga alla competizione come forma unica di relazione. Se è su questo
che si fonda il suo merito l’Università ha perso in partenza, perché un merito che non nasce dalla didattica è
un merito che non investe sul lungo termine, perché “prendere un esame” con la fretta di dover correre a studiare
quello dopo non accresce la conoscenza ma la traveste da gara a chi arriva prima.
Ci interroghiamo sui valori alla base della sempre crescente “eccellenza”, perché dubito che con questi presupposti
il tanto decantato primato tra le università del sud sia il risultato di un reale accrescimento della cultura e dei
saperi, necessari per garantire allo studente la consapevolezza della propria cittadinanza.
Se la conoscenza viene identificata come una corsa ad ostacoli, dove per arrivare è necessario schiacciare l’altro,
noi non ci stiamo. Se la vostra idea di formazione si basa su paragrafi letti in fretta senza una reale crescita e
consapevolezza, noi saremo critici. Se la vostra idea di merito diventa contentino per nascondere le falle di un
sistema che non garantisce il reale diritto allo studio a chi non ha i mezzi, noi ci opporremo con forza."
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