RIAPRE AL PUBBLICO IL MUSEO VANVITELLIANO DI S. SEVERINO.
Riapre nuovamente al pubblico il museo vanvitelliano di Mercato S. Severino; la mini-struttura è stata inaugurata lo scorso 12 agosto. In occasione (parallelamente) dell’evento cult “International street food”. L’attenzione verso le sale espositive, site al pianterreno del municipio (dove si sono tenute, in passato, numerose retrospettive e mostre) e che contengono cospicui e peculiari reperti storici, è stata fortemente focalizzata dall’assessore alle Politiche Culturali: la docente di scuola primaria Maria Picarella. Nonostante la folla di residenti e avventori di zone limitrofe fosse richiamata più dall’happening gastronomico-musicale, tuttavia in molti hanno preferito rivivere (per una serata, almeno) le vicende dei nobili Sanseverino. Che hanno conferito nome, vanto e lustro alla città. Da Troisio de Rota (in seguito “de Sancto Severino”), sulle orme di Roberto il Guiscardo e dei Normanni, il museo offre una vasta gamma di ancestrali vestigia; rinvenute sul millenario castello a più cinte e di più epoche
od anche ritrovate nella zona di S. Maria (detta anche S. Marco) a Rota. Dove sorge il nucleo più antico di
S. Severino, risalente all’epoca sannitica. La struttura museale del cosiddetto palazzo Vanvitelli, fu ideata
anni fa. Poi venne recuperata dall’assise del primo
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cittadino Giovanni Romano. A capo, per un lungo periodo, il
professore nonché responsabile del Laboratorio di educazione ambientale (“Lea”), Giuseppe Rescigno. Due le sezioni del museo. La parte archeologica è costituita da pietre, strumenti e attrezzi di lavoro; arnesi bellici, ceramiche, riproduzioni di macchine da guerra, modellini, plastici e – da adesso – vestiti del tempo; utilizzati nel corso delle importanti manifestazioni “Obiettivo castello” (1983, sotto l’egida del Centro di servizi culturali con Gino Noia e un ampio team di volontari) e “Alla corte dei Sanseverino” (2014, a cura invece del giovane Michele Cerrato – tra i fondatori dell’Archeo-club “Troisio de Rota”) . Completano il tutto, degli spazi per proiezioni video. La parte erboristica e naturalistica, invece, comprende erbe medicamentose ed officinali (dal cosiddetto “giardino dei Semplici”, ovvero i frati, domenicani, che coltivavano essenze utili per malanni e per ottenerne elisir) e specie di piante coltivate o spontanee della collina del castello. In settembre si organizzeranno sfilate in costume per adulti e bambini. Si terranno, inoltre, manifestazioni culturali mirate alla conoscenza e all’approfondimento degli argomenti di storia “classica” del comprensorio. Non mancheranno laboratori didattici ad hoc, uniti alle consuete visite guidate al bene architettonico e ad altri monumenti. Per il momento, all’interno del mini-museo, è presente un manufatto artistico - realizzato dai ragazzini delle classi quarte della scuola elementare (plesso) “Emilio Coppola”, regalato al Comune. Il diorama del castello, presente nel museo, è stato ultimato nell’anno scolastico 2015/2016. Dopo molti mesi di lavoro, con fantasia ma anche doviziosamente e rappresentando precisamente gli ambienti del maniero.
Articolo di: ANNA MARIA NOIA
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