P RESEPI FISSI E VIVENTI A S. SEVERINO
Mercato S. Severino. Dicembre, è Natale, la festa più bella dell’anno. E’ tempo di presepi – lo si sente nell’aria. Per quelli “fissi”, a S. Severino è tappa obbligatoria il convento francescano di S. Antonio: qui il gruppo di presepisti – 10 collaboratori principali e/o “fissi” assieme ad altri volontari – stupisce tutti i visitatori, per ogni anno ed edizione, con vere e proprie opere d’arte in materiale “povero”, da riciclo (carta, cartone, legno, ferro, polistirolo…); i lavori, come da tradizione, vengono avviati il 4 ottobre – in occasione della ricorrenza di S. Francesco. Di anno in anno “nasce” sempre un’idea nuova: stavolta il tema è la misericordia, giustappunto per l’imminente giubileo – che è partito l’8 dicembre come l’8 dicembre si è inaugurata la natività nel chiostro dei frati.
Il presepe classico partenopeo è sorto secoli fa ad opera, prima, di S. Francesco – che nella grotta di Greccio (1223) diede vita alla prima rappresentazione “vivente” della Natività – e poi da S. Gaetano da Thiene, fondatore dell’ordine dei Teatini. Costui ha vivificato la preesistente tradizione devozionale del Napoletano mediante i manufatti che ancor oggi si conoscono e sono apprezzati nel mondo – da S. Gregorio Armeno in poi. S. Gaetano ha reso indispensabile e nota anche l’umile figura del pastore Benino o Beniamino, il dormiente. Egli simboleggia sia la speranza che la “chiusura”, nel suo essere addormentato.
Per il 2015 il presepe di S. Antonio ha contemplato la riproduzione dell’ambiente di Betlemme, con una apposita disposizione della natività e la realizzazione di una stella a quattordici punte, come in Terrasanta. Quest’anno il presepe, a misura d’uomo, è lungo 30 metri; ci si cammina dentro, “viaggiando” – come ideali eppur reali pastori o pellegrini – verso il mistero del Verbo. Il Logos incarnato del Vangelo di Giovanni. Di cui si ricorda il prologo e la… visionarietà. I preziosi simulacri, risalenti al ‘700, sono 24 e la loro altezza è di 40 centimetri. Sono disposti in una cornice densa di particolari ben realizzati – archi, volte con ghirigori, balconi, minuzie, sapienti accostamenti di luci, giochi d’ombre – e il tutto è incastonato tra montagne di cartone e pietre, mattoncini e laterizi che costituiscono l’ambiente classico del presepe tradizionale napoletano e che ritraggono le opere del tempo dei Romani. Ci saranno due fontane, una a metà presepe e l’altra in conclusione, che vengon giù dagli acquedotti costruiti dai Latini. Dove è allocata la divina famiglia, invece, c’è una cascata. Il manufatto è visitabile per tutto il periodo natalizio.
Per osservare al meglio la Nascita di Gesù, con casette e casupole ricche di scorci tipici e di particolari mai lasciati al caso, percorrendo le vie dei pastorelli si giunge al mistero centrale.
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Nella frazione Costa vi è invece la quarta edizione del presepe vivente, in atto il 20-26-27 dicembre e il 2-3-6-10 gennaio 2016, dalle 18 alle 21. L’ingresso è completamente gratuito.
Tanti i responsabili e gli entusiasti organizzatori di questa bella ed edificante scena, che prende il cuore degli aficionados: cinque i più “assidui” – se così possiamo affermare…
Tra le… “sorprese”, anche la figurina della Madonna, che per l’occasione – il giorno 20 – è incinta. Poi tante altre novità saranno lo spunto per venire a visitare la grotta/mangiatoia in cui nasce Gesù.
Anche a Costa, come per il capoluogo, si utilizzano materiali facilmente reperibili che la fantasia degli organizzatori stessi trasforma sapientemente in decorazioni e suppellettili antiche.
La manifestazione, che si terrà per le viuzze di Costa, è organizzata come sempre dalla parrocchia della SS. Annunziata ma non solo. Vi prendono parte anche i cittadini non frequentanti, per un totale di ben 150 figuranti dislocati tra 32 locande e ambienti domestici inerenti la nascita di Gesù. Tutto rigorosamente in costumi d’epoca; proprio i costumi sono stati cuciti dalle donne della frazione, che si impegnano perfino a preparare manicaretti (zeppole e pizzette) da vendere per ricavare offerte o da regalare.
Come nelle scorse edizioni – del resto…
Quest’anno, oltre al cambiamento del percorso, si potrà ammirare una mostra fotografica con immagini delle altre edizioni. Resta però fisso l’appuntamento con la “Luce di Betlemme”.
E’ la luce della pace, direttamente dalla umile zona così santa e però vituperata; la fiamma – cui attingere vigore e speranza – giungerà anche stavolta nella popolosa frazione il 19 dicembre prossimo. Verrà custodita in parrocchia e poi portata al pubblico, all’attenzione degli avventori. Un augurio e auspicio lieto, per il futuro ma anche per il presente…
A coronare il tutto, dolci nenie e melodie natalizie soffuse e diffuse… infatti si tratta di una filodiffusione ad hoc. Questi sono gli appuntamenti più richiesti ed importanti nella Valle Irno, dove – come in altre realtà parrocchiali e/o cittadine – si vive l’attesa del momento più santo e sacro.
di: ANNA MARIA NOIA
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