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   UN PO’ DI CAOS E DEL NERVOSISMO ALLE POSTE DI S. SEVERINO
    U N PO’ DI CAOS E DEL NERVOSISMO ALLE POSTE DI S. SEVERINO



    Mercato S. Severino. Confusione e nervosismo, conditi da qualche attimo di caos, nella giornata del 3 novembre ultimo scorso, presso le poste del capoluogo sanseverinese. Stavolta il casus belli concerneva la mancanza di liquidi per pagare gli utenti, i clienti, ed in particolare i pensionati che da qualche tempo percepiscono i loro emolumenti a inizio mese anziché secondo la precedente scaletta. Gli impiegati hanno però gentilmente e perentoriamente specificato che tale “disservizio” era dovuto al fatto che il furgone portavalori preposto alla consegna di denaro alla posta, per evitare rapine, aveva intrapreso un percorso diverso rispetto a quello cui si era “abituati”, con conseguente cambio di orari. Le casseforti infatti sono programmate “a tempo”. Tutto ciò però ha portato a dei comprensibili (soliti) malumori, tra le persone che attendevano al di fuori dell’ufficio posto al centralissimo corso Diaz: alle 10.30, una cospicua fila di avventori che attendevano da oltre mezz’ora si lamentava


e promanava commenti beffardi e ironici sulle lungaggini dell’erogazione servizi in tal data. Una signora accusava mancanza d’aria ed è pertanto uscita dalla coda stessa. Ma, tutto sommato, la giornata è andata abitudinariamente e con il solito tran tran. A parte il disagio sopra citato, esiste anche la “questione” dei biglietti: capita che molte persone entrino all’interno dell’ufficio postale, prendano gli appositi biglietti che indicano il turno e poi escano per compiere altre faccende. Pare che questo costituisca un’abitudine inveterata o – secondo alcuni – una sorta di “malcostume”. Tant’è che spesso gli stessi dipendenti siano costretti a effettuare una sorta di “ronde” per evitare litigi e distrazioni durante il turno. Altre criticità sono, come si suol dire, all’ordine del giorno. Tuttavia non è da biasimare certamente l’impegno e la dedizione, il sacrificio dei dipendenti e del personale intero che lavora “per” il pubblico – oltre che “con” il pubblico. Sia per quanto riguarda il front office che per il back office. Anche gli impiegati possono sbagliare – di sicuro – in quanto umani. Fatto sta che sarebbe necessaria una riorganizzazione “interna” della razionalizzazione dei compiti di ogni dipendente. Si potrebbe ad esempio creare una cassa per operazioni veloci e sforzarsi di arginare le numerose emergenze scaturite dalle esigenze del bacino di utenza. Potenziando gli sportelli e anche proprio gli uffici siti e ubicati nelle frazioni, invece di chiuderli o di farli funzionare a “scartamento ridotto”, a “singhiozzo”.



di: ANNA MARIA NOIA
Testo scritto di: Annamaria Noia

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