BARONISSI. "Passarono di Qui", una conferenza sulla storia dei confinati dal regime fascista a Baronissi.
Durante l'incontro, organizzato da Umberto Landi presidente dell'associazione Unesco che si terrà domani alle 17:30 in Aula Consiliare , si discuterà di un evento storico sconosciuto alla maggior parte dei cittadini baronissesi e di cui, ormai, si sono quasi del tutto perse le tracce: gli esiliati a Baronissi. Uomini ritenuti indesiderati dalla dittatura che era affermata in Italia e per questo allontanati e soprattutto tenuti in condizione di non nuocere al fascismo. Fu il 6 novembre 1926, con il Regio Decreto n. 1848, il governo fascista promulgò il Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza con il quale furonointrodotti, tra le altre cose, nell’ordinamento il cosiddetto "confino di polizia" e l’ammonizione. Non si conoscono precisamente le ragioni che portarono le autorità a scegliere proprio i comuni di Baronissi, Mercato San Severino e Castel San Giorgio inseriti, in secondo momento, tra le sedi di confino. Tra essi, cone spiega Landi, c'era anche una donna Bernardina Sernaglia arrivata a Baronissi,
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sua unica sua sede di confino, nel 1943, all’età di 60 anni direttamente da Treviso e in condizioni di
salute non proprio ottimali. Un territorio non certamente facile quello di Baronissi in un contesto
attraversato da tensioni, agitazioni e da forti animazioni politico - sociali; una zona "calda" in cui
pullulavano vivaci fermenti di dissenso e di opposizione al fascismo. Una ricerca storica complessa che ha
visto impegnato Umberto Landi, presidente ex consigliere comunale, che ha avviato un' approfondita indagine
storica. Ricordi su fatti e persone dei primi anni quaranta appartengono a pochi e inesorabilmente sbiadiscono
e si confondono, anche perchè, in presenza di un gran numero di forestieri che in quel periodo circolavano nel
paese, ci si può facilmente confondere. "Tuttavia - dichiara Landi - alcune tracce di confinati a Baronissi s
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rimaste, e non solo tra persone in età avanzata che all’epoca avevano intorno ai 20 anni ed ora hanno raggiunto e superato la ottantina e qualcuno anche la novantina. In qualche caso sono emersi ricordi chiari, precisi e preziosi, sulla presenza di qualche confinato anche tra persone che all’epoca dei fatti frequentavano le scuole elementari o addirittura non erano nate ma ne hanno avuto conoscenza indiretta attraverso memorie familiari. È capitato - continua l'ex consigliere - per Francesco Cotroneo che, a periodi alterni, rimase a Baronissi dopo la caduta del regime, per quasi tutti gli anni cinquanta o per Danilo Mannucci, quest'ultimo personaggio influente nel panorama politico antifascista italiano che lavorò nella fabbrica di tabacco che prima esisteva nella frazione di Sava. La ricerca sui confinati e su quel periodo storico è sinceramente un servizio reso alla comunità di Baronissi perchè la popolazione di Baronissi ha bisogno di processi di integrazione per potersi riconoscere in una "idea" di Comune composito che può integrarsi e amalgamarsi anche attraverso una conoscenza documentata, non fantasiosa delle vicende che hanno preceduto il presente. Da alcuni anni - racconta l'ex consigliere - sto raccogliendo dati sulla seconda metà del Novecento, ma anche sulla prima, perché è là che si possono analizzare processi socio-culturali e politici che hanno poi connotato una democrazia molto "zoppa" che viviamo attualmente." Alla conferenza interverranno il professore Alfoso Conte, docente di Storia Contemporanea, lo scrittore Ubaldo Baldi e Filippo Mannuci il figlio di uno dei confinati a Baronissi.
Angelo Petrone
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