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I Sarcofagi del DUOMO di SALERNO dal riuso all’archeologia
I Sarcofagi del DUOMO di SALERNO dal riuso all’archeologia
SOPRINTENDENZA BELLE ARTI E PAESAGGIO DI SALERNO E AVELLINO
Giovedì 16 Giugno 2016, ore 17.30, Cattedrale di San Matteo Salerno
i Sarcofagi del DUOMO di SALERNO dal riuso all’archeologia
Presentazione per visitatori del sistema di lettura Braille e app informatica
La Soprintendenza BEAP di Salerno, di intesa con l’Università di Salerno, con la Curia Diocesana,
il Rotary Club e con l’Unione Ciechi ha costruito un nuovo sistema di conoscenza dei monumenti,
rivolto non solo ai turisti ma anche ai non vedenti. Sono stati approntati cartelli in linguaggio
Braille, e delle specifiche App. L’inaugurazione avverrà il giorno 16 Giugno alle ore 17,30 in
Cattedrale alla presenza di S.E. mons. Luigi Moretti, arcivescovo di Salerno, l’Arch. Francesca
Casule, Soprintendente BEAP di Salerno, il prof. Luca Cerchiai dell’Università di Salerno, l’Arch.
Vincenzo Napoli, sindaco di Salerno, il dott. Vittorio Salemme, presidente del Rotare Club di
Salerno, il dott. Francesco Cafaro, presidente dell’Unione Ciechi di Salerno. L’illustrazione delle
opere sarà fatta dal dott. Antonio Braca, funzionario della Soprintendenza BEAP. Con l’occasione
sarà anche disponibile un catalogo, pubblicato dalla Gaia Edizioni.
La quantità di sarcofagi romani presenti nella cattedrale di Salerno è così rilevante che, insieme ad
altri numerosi elementi di spoglio dell’antichità, costituisce un fondamentale aspetto della cultura
figurativa dell'intero monumento, soprattutto della sua fase medievale. La loro presenza passa
attraverso la funzione di sepoltura di uomini illustri, ecclesiastici o di famiglie nobili. Una simile
consuetudine non è prerogativa salernitana, bensì appartiene a molti altri centri,in quanto è stato
costume della civiltà medievale acquisire sarcofagi romani per dare degna sepoltura ai personaggi
illustri. Per la città di Salerno essa è storicamente documentabile a partire proprio dalla
fondazione della Cattedrale ed in particolare dalla sepoltura del papa Gregorio VII, morto esule in
città il 25 Maggio del 1085. Seguono molti altri monumenti come quello di Guglielmo d’Altavilla,
ultimo erede di Roberto il Guiscardo, della famiglia d’Ajello, degli arcivescovi Romualdo I e II
Guarna. Un simile costume è proseguito per diversi secoli intrecciandosi con opere più moderne.
L’ultimo esempio, è il fronte di sarcofago, raffigurante il Ratto di Persofone, impiegato per il
cenotafio di mons. Gregorio Carafa ( 1678). Con il secolo dei lumi i sarcofagi perdono il valore di
sepoltura ed acquisiscono quello di monumenti d’arte romana, ossia assumono un valore
archeologico. Nel fervore della “riscoperta” , nel 1784, il Paoli restituisce le immagini di alcuni
dei nostri sarcofagi, seguiranno gli studiosi tedeschi ad inizio del XIX secolo, come Eduard
Gerhard. A fine secolo gli eruditi salernitani scoprono il valore culturale dei sarcofagi. E dopo gli
interventi dell’ing. Michele De Angelis, agli inizi degli anni Trenta del XX secolo, la loro
conoscenza diventa esclusiva competenza degli studi archeologici.
Redazione: notizieirno.it
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