Ritorno nuovamente, a distanza di pochi giorni, sulla disgustosa questione dell’appalto delle pulizie
presso l’Università degli studi di Salerno, che, in un territorio tanto distratto e massacrato in termini di
sofferenza sociale e di illegalità, rischia di essere posta rapidamente ai margini dell’attenzione pubblica.
Non ripercorro le motivazioni che mi hanno indotto a chiedere un’indagine di carattere penale, poiché
sono consapevole che le inchieste delle forze dell’ordine e della magistratura hanno bisogno di tempi e di
tranquillità e, perciò, ritengo che non sia necessario insistere quando si è già stati sufficientemente chiari ed
espliciti nella esposizione di fatti che mi hanno fatto esprimere dubbi e sospetti sulla liceità e legittimità degli
atti.
Ciò detto, non mi pare che la soluzione più responsabile sia quella che tutte le altre istituzioni
competenti se ne stiano ferme in attesa delle conclusioni degli inquirenti.
A quanto pare, nonostante la corposità delle situazioni segnalate, gli organismi universitari non sono
intenzionati a vederci più chiaro e ad adoperarsi per la migliore tutela degli addetti, dell’igiene del campus,
nonché della qualità della spesa pubblica direttamente gestita da essi.
Registro, invece, con soddisfazione, una ragionevole attenzione da parte della Direzione territoriale del
lavoro, che sembra intenzionata a sanzionare energicamente, e secondo legge, le prime e più palesi violazioni
commesse dalla impresa appaltatrice (Gioma Facility management S.R.L.).
Tra le altre circostanze c’è da segnalare che i dipendenti stanno subendo, sin dal primo giorno del nuovo
appalto, un danno salariale, normativo e che avrà riflessi decisivi negativi anche sulla loro futura pensione.
FAUSTO MORRONE
Via Alcide De Gasperi, 119
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Tel./fax: 089.273474
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Infatti, con la novazione del rapporto di lavoro (azzeramento di tutti i diritti acquisiti), illegittimamente
imposta ai dipendenti transitati dalla vecchia società a quella subentrante, essi hanno perso una quantità
rilevante di salario che andrà ad incidere pesantemente sul montante contributivo utile ai fini pensionistici.
Nel contempo, sono state peggiorate profondamente le garanzie dei lavoratori in ordine ai licenziamenti
individuali, per cui questi sono diventati oggettivamente più ricattabili.
Non a caso, mi si segnala che numerose sono le “pressioni” esercitate nei confronti di questi ultimi, da
parte dei vari responsabili, affinché travalichino orari, competenze e ritmi nelle loro attività quotidiane.
Questo è un elemento che andrebbe immediatamente approfondito dagli organi competenti, poiché, se
risultasse veritiero tale fenomeno da me appena denunciato, significherebbe che - come a me appare già
abbastanza chiaro - con il ribasso con cui è stato aggiudicato l’appalto, è impossibile assicurare lo standard
qualitativo previsto dal bando e dal contratto.
Ragion per cui si tentano di raggiungere gli obiettivi contrattuali attraverso lo sfruttamento, al di fuori di
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ogni regola, e l’umiliazione della manodopera.
E’ opportuno aggiungere, inoltre, per una migliore comprensione della delicata situazione determinatasi,
che agli addetti non sono stati neppure ancora consegnati i macchinari promessi, di ausilio e necessari per
l’efficiente svolgimento delle attività di pulizia e di igiene che devono essere assicurate a seguito del
contratto stipulato dalla Gioma con l’UNISA.
Come sono scarsi gli approvvigionamenti dei materiali e dei prodotti di consumo indispensabili per il
buon andamento delle attività, né vengono sostituiti gli accessori da bagno obsoleti e fatiscenti.
Sottolineo, per di più, che, trovandoci nella fase di chiusura dei corsi universitari, non si è neanche nelle
condizioni ottimali per la valutazione di eventuali carenze e della inadeguatezza dell’appalto, così come
aggiudicato.
La questione, ovviamente, scoppierà solo alla fine del periodo estivo, allorquando il complesso
universitario riprenderà appieno ad espletare le sue attività e ad ospitare le migliaia di studenti, professori e
visitatori alle quali è abituata.
Tanto premesso, chiedo che le istituzioni in indirizzo si adoperino per verificare potenziali
inadempienze, situazioni di scarsa igiene, trattamenti degradanti e psicologicamente e socialmente dannosi
per i lavoratori, nonché rischiosi per la loro incolumità fisica e per la loro salute, e che, nell’eventualità di
accertati soprusi, si proceda con rigore e severità ad applicare le sanzioni di legge, ivi compresa la revoca
dell’appalto in oggetto.
Rimango in attesa di Vostre iniziative e porgo distinti saluti.
Test scritto di:
Fausto Morrone
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