DOMENICA AL MUSEO DI PAESTUM LA VISITA ALLA MOSTRA “RITORNO AL CILENTO” E’ GRATUITA.
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DOMENICA AL MUSEO DI PAESTUM LA VISITA
ALLA MOSTRA “RITORNO AL CILENTO” E’ GRATUITA
ORARIO DI APERTURA DALLA 8.30 ALLE 19.30
La Soprintendenza Archeologia. Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino, diretta da Francesca Casule, comunica
che domenica 2 LUGLIO 2017 sarà possibile visitare, gratuitamente, la mostra “RITORNO AL CILENTO” allestita nelle sale
del Museo Archeologico di Paestum, inaugurata lo scorso 18 maggio 2017.
L’iniziativa rientra nella manifestazione di #DomenicalMuseo, giornata in cui tutti i musei e le aree archeologiche
statali saranno visitabili gratuitamente, in applicazione della norma del decreto Franceschini, in vigore dal primo
luglio 2014, che stabilisce che ogni prima domenica del mese non si pagherà il biglietto per visitare monumenti, musei,
gallerie, scavi archeologici, parchi e giardini monumentali dello Stato.
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RITORNO AL CILENTO
Il progetto scientifico è curato dal Prof. Francesco Abbate, emerito studioso
della cultura artistica in Italia meridionale, oggi Presidente del Centro Studi
sulla Civiltà Artistica dell'Italia meridionale “Giovanni Previtali”, e dal
dott. Antonello Ricco, suo collaboratore. Si tratta di un evento culturale che
di fatto, si pone in diretta continuità con le precedenti mostre Il Vallo
ritrovato (1989), Il Cilento ritrovato (1990) e Visibile Latente (2004).
L’esposizione rappresenta l’anteprima di una mostra molto più ampia la quale,
ancorché siano già stati compiuti gli studi e individuati i pezzi, sarà
realizzata in un prossimo futuro. Tale Anteprima serve dunque a dar conto, nelle
more di un evento di maggior portata, della prosecuzione degli studi sul Cilento
e sul Vallo di Diano avvenuta nell’ultimo decennio, e a riaccendere l’interesse
– non solo degli specialisti – per l’argomento.
La sede espositiva è costituita da alcuni locali del Museo di Paestum, fornendo
in tal modo alla manifestazione una singolare caratteristica: viene infatti resa
possibile la realizzazione, in un unico spazio, del racconto della cultura
figurativa della regione a sud del Sele, dall’Antichità alla fine del
Settecento. Questa particolare situazione ha fatto sì che si creasse una
significativa sinergia tra il Centro Studi “Giovanni Previtali” e l'Università
degli Studi di Salerno, ai quali si deve la maggior parte delle ricerche, e
tutti gli Istituti del MiBACT operanti sul territorio, ossia il Parco
Archeologico, che ospita, la Soprintendenza ABAP che fornisce l’ossatura del
supporto logistico, organizzativo ed operativo della mostra, ed il Polo Museale
della Campania, al quale la Riforma del Ministero ha attribuito le competenze
relative alla Valorizzazione e che ha volentieri aderito all’evento, mettendo a
disposizione il proprio personale.
Manifesto ritorno al cilento
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Provengono tutte da istituzioni ecclesiastiche del Cilento e del Vallo di Diano,
chiese, conventi, musei, delle Diocesi di Teggiano e di Vallo della Lucania.
Particolarmente preziosa è stata la sensibile disponibilità dei due vescovi,
S.E. Mons. Antonio De Luca Vescovo della Diocesi di Teggiano-Policastro, e S.E.
Mons. Ciro Miniero, Vescovo della Diocesi di Vallo della Lucania, la
collaborazione dei rispettivi Uffici per i Beni Culturali diocesani, e dei
singoli parroci e dirigenti di istituti.
Provengono tutte da istituzioni ecclesiastiche del Cilento e del Vallo di Diano,
chiese, conventi, musei, delle Diocesi di Teggiano e di Vallo della Lucania.
Particolarmente preziosa è stata la sensibile disponibilità dei due vescovi,
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LE OPERE IN ESPOSIZIONE
S.E. Mons. Antonio De Luca Vescovo della Diocesi di Teggiano-Policastro, e S.E.
Mons. Ciro Miniero, Vescovo della Diocesi di Vallo della Lucania, la
collaborazione dei rispettivi Uffici per i Beni Culturali diocesani, e dei
singoli parroci e dirigenti di istituti.
Le opere coprono un arco temporale che va dal Medioevo al tardo Barocco. La
mostra, infatti, si apre con la preziosa scultura lignea di San Filadelfo,
proveniente dall'Abbazia di Santa Maria di Pattano, attualmente esposta presso
il Museo diocesano di Vallo della Lucania. Segue il pregevole Cofanetto nuziale
dei primi anni del Quattrocento della cosiddetta Bottega degli Embriachi, con
microsculture in osso raffiguranti la Storia di Paride, quindi una straordinaria
scultura di San Lucido, con la testa in rame, del terzo quarto del XV secolo. Un
dipinto su tavola di Cristoforo Faffeo, raffigurante la Natività, segna la
pittura del tardo Quattrocento. Il secolo successivo è ben rappresentato da due
notevoli sculture, San Michele Arcangelo di Roccadaspide e una Madonna con
Bambino proveniente da Sassano. Ad esse si integra un altro dipinto su tavola di
scuola di Giovan Filippo Criscuolo raffigurante Lo sposalizio mistico di santa
Caterina. Il Seicento è ben rappresentato da una scultura in marmo raffigurante
l'Immacolata attribuita Girolamo D'Auria, da una notevole scultura lignea di San
Francesco d'Assisi, da una Madonna con Bambino tra i santi Gennaro e Biagio
attribuita a Giovanni Ricca, pittore riberesco di recente scoperta. Al tardo
XVII secolo appartengono invece altre scoperte come una Sacra Famiglia
restituita ad Andrea Malinconico e la Madonna dell'arco del pittore cilentano
Paolo De Matteis, allievo di Luca Giordano. Il Settecento è rappresentato da una
Madonna con Bambino e santi di Giovanni e Antonio Sarnelli, allievi del De
Matteis, e soprattutto dal San Felice da Cantalice di Domenico Antonio Vaccaro.
La fine del secolo è rappresentata da una tela del pittore Nicola Peccheneda,
allievo di Francesco De Mura, particolarmente attivo nei territori del Vallo e
della Basilicata. Importanti sculture della vasta produzione napoletana del
XVIII secolo presenti nel territorio esprimono la rilevanza che tali opere hanno
rivestito, sia sotto il profilo artistico, sia sotto quello religioso, per le
località di destinazione. L'esposizione contiene anche diversi oggetti liturgici
in argento caratterizzanti un filone non secondario della produzione artistica
napoletana presente nelle aree della Campania meridionale.
Venerdì 30 - giugno - 2017
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