G REEN INFERNO? NIENTE DI ECCEZIONALE, HA FATTO SOLO IL SUO DOVERE DI PELLICOLA HORROR: PARLA MARIANO CIARLETTA.
Green Inferno, il film che ha sollevato un polverone in tutto il mondo per la crudezza delle immagini. Dopo l’ opinione
di diversi scrittori del panorama horror ecco il punto di vista di Mariano Ciarletta autore Horror della provincia di
Salerno.
Guardo film horror dalla tenera età di sette anni. Giorno dopo giorno questo genere mi ha regalato tantissime emozioni,
mi ha formato psicologicamente e mi ha reso, attraverso i titoli più famosi, ( L’esorcista, Suspiria, Shinig, IT, la
casa, amityville Horror, la notte dei morti viventi, etc…) un cultore del cinema dell’ orrore. Certo, c’è sempre da
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imparare e non sono qui per esprimere giudizi in quanto lascio questo mestiere ai critici cinematografici, ma voglio
soffermarmi e dare una mia personale opinione al pubblico del web riguardo una pellicola che sta facendo molto
discutere: The Green Inferno. Il regista di questo film è Eli Roth anche se, chi lo vedrà, potrà rendersi facilmente
conto di quanti co-registi abbiano collaborato a questo progetto cinematografico, basta fare attenzione ai titoli
iniziali. Apparentemente nel cast non c’è nessun attore di spicco, nessun nome particolarmente conosciuto e, ad
essere sinceri, questa tesi la porterò avanti per tutto il corso della pellicola. Fondamentalmente la recitazione
è molto scandente tranne per la protagonista che, in preda al delirio del massacro riesce a rendere abbastanza bene.
Per quanto concerne la trama, the green inferno non si distacca molto da pellicole già conosciute. Volete un nome?
Prendiamo ad esempio The Cannibal Holocaust. Sicuramente i cultori del cinema horror avranno visto questo film dai
contenuti forti e dalle scene macabre, eppure a suo tempo, The Cannibal Holocaust non ebbe tutta la pubblicità che
ha avuto il The Green. Volete sapere per quale motivo? Probabilmente perché The Green Inferno nasce come pellicola
prettamente commerciale, indirizzata principalmente ad un pubblico debole che non regge scene splatter o di un livello
vagamente macabro ed è stata presentata come l’ apocalisse dell’ orrore, come pellicola superlativa e dai contenuti
eccezionali. Eppure, vi assicuro che io ed altri miei colleghi abbiamo riscontrato che tale pellicola ha semplicemente
fatto il suo dovere: ossia quello di essere un buon horror, nient’ altro. Dunque, perché tanta pubblicità e tanto
terrorismo sul web attraverso pagine facebook e vari video per un film che in fin dei conti svolge solo il ruolo per
cui è nato? Addirittura si è parlato di “svenimenti in sala”. Forse è una tattica usata dal Roth per ricordare le
celebri reazioni che gli spettatori ebbero durante la prima del famoso Esorcista nei cinema americani nel 1973 e dunque
spingere il pubblico ad affollare le sale cinematografiche, ancora una volta, nel 2015? In fin dei conti, nonostante
questi punti di dubbio, The Green Inferno è una buona pellicola per passare una serata invernale dinanzi alla tv o al
cinema con i propri amici ma, a mio avviso, non si rispecchia in tutta la polemica nata per fargli una buona pubblicità.
Si rischierebbe, come ho detto in precedenza, di effettuare una forzatura, ripercorrendo il filone “film scandalo”
creato per l’ esorcista nel 1973 in cui realmente veniva presentato un tema forte e sconosciuto e che provocò reazioni
sconvolgenti tra gli spettatori.
NON CONSIGLIATO AD UN PUBBLICO IMPRESSIONABILE
di: Mariano Ciarletta
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