LETTERA A VIGGIANI DAL COMITATO PRO FUCITO DI S. SEVERINO
Mercato S. Severino. Il comitato “pro Fucito” intende promuovere le eccellenze del nosocomio omonimo – sito nella
frazione Curteri – ma anche stigmatizzarne le criticità. Soprattutto, però, dà voce a tanti impiegati e/o dipendenti
che – di pari passo con i medici e gli specialisti – hanno a cuore le sorti dell’ospedale, abbandonato a sé stesso
(a quanto sembra) per ragioni “politiche” e “di convenienza”. Per questo, dopo tante battaglie per far rialzare la
testa a una realtà comunque importante e meritevole, insistente su un vasto bacino di utenza, i suoi membri hanno
pensato di inviare una lettera aperta a Vincenzo Viggiani - direttore generale del “Ruggi”, da cui dipende la
struttura dal punto di vista amministrativo. In primis la missiva affronta il problema degli sprechi di denaro
(pubblico), perpetrati nel corso degli anni. Poi si propone di chiarire, con Viggiani, la spinosa questione dei
tagli al personale e dell’offerta sanitaria. Ma obiettivo del comitato – prossimamente – è anche l’affaire turn
over per i lavoratori inseriti in tale ospedale.
La lettera parte con la storia gloriosa del “Fucito”, dalla sua costituzione quale tubercolosario all’acquisto
da parte della famiglia “De Lorenzo” di Napoli, fino ad arrivare all’intervento del sottosegretario Luigi Angrisani
– che lo adibì ad ospedale civile.
Leggendo il testo, i toni appaiono più “accesi”, anche se il tutto è scritto in maniera garbatamente ironica.
Succo del discorso: la “nostalgia” – da parte dei soci – per lo splendido passato del nosocomio, con professionalità
di alto livello come i professori Elefante (Medicina), Spaziante (Urologia) e Ravera (Cardiologia).
“L’ospedale – dichiara la nota – toccò il fondo negli anni ’80, nel post-terremoto.”
Poi – dice sempre il comitato – esso tornò ad essere fiorente; gli fu affiancata la struttura di Materdomini, ex
manicomio.
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“La vecchia Usl 47 – è scritto – possedeva un fondo di 50 milioni di lire, trasferiti all’allora Asl Sa 2, in via
Nizza (Salerno).”
“Adesso invece – si legge, ancora – a causa della spending review il plesso di Curteri è il più maltrattato, manca
di personale qualificato, corre il rischio di chiudere alcuni reparti a favore di altre realtà.”
“La pianta organica del Fucito – si prosegue - ha oltre centocinquanta posti letto e potrebbe benissimo ospitare
pazienti altrimenti da dirottare al S. Leonardo. Il nostro presidio è denigrato, mentre potrebbe far risparmiare
un bel po’ di denaro all’azienda stessa.”
Il comitato inoltre ricorda che mantenere il presidio in vita ha dei costi, occorrerebbe invece accorparlo ma soltanto
rendendolo efficiente e funzionante.
Infine una “stoccata” per la “perdita” – da qualche anno – dei Comuni di Castel S. Giorgio e Roccapiemonte fuoriusciti
dal distretto del “Fucito”, quando anche gli utenti di queste cittadine usufruiscono quotidianamente dei servizi
erogati dall’ospedale. E in chiosa il comitato puntualizza sui milioni di straordinari elargiti ogni anno mentre
da ben venticinque anni non vengono banditi concorsi – sono parole dei soci – per consentire ai giovani di accedere
alla professione più delicata.
Il tutto sembrerebbe essere un “ultimatum” per i vertici della Sanità, altrimenti – affermano i soci – “passeremo
alle vie di fatto.”
Si pensa infatti ad ulteriori manifestazioni di protesta e di dissenso, sempre avendo a cuore uno dei fiori
all’occhiello e l’orgoglio del nostro comprensorio – almeno nel passato…
ANNA MARIA NOIA
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