Q UERELLE SULL’IMU PER I TERRENI AGRICOLI A S. SEVERINO DA PARTE DI “AMICI DELLA TERRA”
Mercato S. Severino. Ritornano le proteste del sodalizio “Amici della terra” e la vexata quaestio e querelle sull’applicazione dell’Imposta municipale unica (Imu) ai terreni agricoli da destinare all’edificazione; i membri dell’associazione, capeggiati da Antonio Napoli, denunciano – oltre alla cementificazione delle aree ambientali, tra le quali la zona detta Sibelluccia - la vera e/o presunta “stangata” che incombe sui proprietari di suolo coltivabile. Tutta “colpa” del famigerato Puc – il piano urbanistico comunale - che ha sostituito, già da un bel po’ di anni, il “vecchio” Prg (piano regolatore generale), ora giacente in soffitta accantonato.
Con delibera di giunta numero 174, del 10 settembre scorso, è stata ribadita – da parte della civica amministrazione – l’approvazione di tale strumento urbanistico, che si rifà all’articolo 59 del Dlgs 446 del ’97 e all’articolo 66 del regolamento Iuc (Imposta unica comunale), quest’ultimo adottato con deliberazione del consiglio comunale 13 del 6 agosto 2014.
“Dal 2010 – sostiene Napoli – l’adozione del Puc da parte dell’amministrazione comunale ha previsto la trasformazione di oltre un milione di metri quadri di aree agricole in zone edificabili. Un fabbisogno costruttivo basato su una stima di crescita demografica infondata e secondo noi “gonfiata” – afferma.
E rilancia: “Sono già tante le opere al palo, incompiute o inutilizzate, presenti sul territorio. Penso – ad esempio – al Pip di Curteri e alla piattaforma logistica di Corticelle.”
Ma soprattutto Napoli stigmatizza i valori commerciali a suo dire “troppo alti” rispetto ai terreni ritenuti, ormai, edificabili: “Cifre enormi – dichiara – in rapporto alla poca resa economica di alcuni orti.”
E perciò gli “Amici della terra” chiedono un “consistente abbassamento delle aliquote inerenti i suoli da coltivare e quindi anche gli spazi destinati all’urbanizzazione.”
Sotto accusa, inoltre, i “troppo esagerati valori venali” degli spazi rilevanti ai fini tributari.
Quello che Napoli e i suoi tengono a precisare è il fatto che la delibera consente ai cosiddetti “morosi” di
usufruire dell’abbattimento delle sanzioni per le annualità pregresse dal 2012 ad ora.
“Ma – afferma con forza il leader di “Amici della terra” – intendo ribadire che chi non ha ancora pagato le quote
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degli scorsi anni non deve essere considerato evasore, ma solo un proprietario di terreni non produttivi. Che non
può pagare, non in quanto vuol fare il furbo.”
I diretti interessati sono circa 150 proprietari terrieri. Due milioni i metri quadri tenuti in considerazione.
E giunge al proposito la risposta da parte delle istituzioni competenti: “L’Imu – precisa infatti il consigliere di maggioranza Eduardo Caliano – deve essere pagata sia da coloro che posseggano edifici ed abitazioni sia dai tenutari di appezzamenti di terra. È necessario pagare tale tariffa, e si sappia che l’amministrazione Romano attualmente a capo e governo della cittadina ha addirittura quasi azzerato le aliquote.”
“Per il resto – chiosa Caliano – è a livello nazionale che ci si deve lamentare per il pagamento di Imu ed altre imposte, non colpevolizzando i Comuni e in generale gli enti locali!”
Nella delibera sopra ricordata, vi era - anzi – la possibilità, rivolta proprio ai contribuenti “distratti”, di cancellare le morosità relative al 2012, 2013, 2014. Il testo parla chiaro: si può usufruire fino al 30 novembre 2015 dell’abbattimento delle sanzioni. Occorre solo una richiesta di accertamento con adesione, pagando almeno il 50% dell’annualità 2012 e il 25% delle restanti annualità non pagate.
È prevista la cancellazione dell’intera annualità del 2012 solo previa apposita istanza da presentare all’ufficio Tributi e dopo aver pagato l’intera annualità.
Infine la delibera specifica che i Comuni (articolo 59 del Dlgs 446/97) hanno potestà regolamentare in quanto “possono determinare periodicamente e per zone omogenee i valori venali in comune commerciali delle aree fabbricabili”.
di: ANNA MARIA NOIA
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