DEGRADO IN VILLA COMUNALE E IN ALTRE ZONE DI S. SEVERINO.
È sempre evidente, a S. Severino, lo stato di degrado che interessa la villa comunale intitolata a Luigi Cacciatore.
Già segnalato numerose volte sia in passato che in tempi recenti: soltanto un paio di mesi fa, un gruppo pubblico sul
social network Facebook (“Sei di Mercato S. Severino se…”) postava un video inquietante – relativo alla presenza di
sangue sulle panchine, oltre all’immondizia e allo sporco di cui la zona è piena. L’area, ultimata nel 1984 e dedicata
al ministro delle Telecomunicazioni di origini sanseverinesi, è mortificata da rifiuti eterogenei a terra (laddove
esistono i cestini, anche se pure questi sono stracolmi) e da giostrine da riparare. Ci sono cocci di vetro a terra.
Di notte – con ogni probabilità – la struttura è frequentata da personaggi e individui sinistri; forse quel sangue
sulle panchine appartiene a tossicodipendenti smarriti e addolorati nel contesto antropico di una realtà emarginante
ed emarginata…
Ma torniamo ai giardinetti.
Un luogo di ritrovo che dovrebbe offrire spazi di aggregazione dove i piccoli possano giocare in libertà, oltre agli
anziani e/o alle famiglie che intendano respirare aria pura al fresco. Per arginare, in modalità di cittadinanza
attiva, il fenomeno dei rifiuti a terra nei giardini pubblici alcuni Sanseverinesi – guidati da Mariantonia Bruno –
hanno deciso per il 6 giugno di armarsi di scopa e paletta e dimostrare la coscienza ecologico-ambientale pulendo la
villa. Dalle 18 i giardini sono stati chiusi per… restyling ambientale. Tra i volontari aderenti all’iniziativa,
giovani mamme (come appunto Mariantonia Bruno); responsabili di associazioni; persone combattive – come Camilla Roberto
e cittadini di buona volontà. Le immagini del degrado sono sotto gli occhi di tutti, non solo sul web. Dove giovani
professionisti come Gianfranco Gallo denunciano lo scempio.
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I commenti si sprecano, qualcuno invoca l’attenzione del
futuro primo cittadino – chiunque sia. Certo è che occorrerebbe un maggior controllo e – soprattutto – l’installazione
di videocamere a sorvegliare l’incolumità dei fruitori che accedono ai giardinetti. E non finisce certo qui, come
affermava l’indimenticato Corrado Mantoni a “La corrida”: c’è stato e c’è di peggio! In ogni frazione o quasi della
cittadina sì cara a Troisio de Rota, a Ovidio Serino (sacerdote garibaldino originario della frazione Carifi) e – appunto
– ai fratelli politici Luigi e Cecchino Cacciatore (una piazza della frazione Curteri, per iniziativa e volontà del
responsabile del sodalizio “Alfonso Gatto” - Luca Picarella – è stata dedicata a loro) esiste un diverso grado di
inquinamento. La piccola Copenaghen, fiore all’occhiello a livello nazionale ed internazionale, si è ridotta –
gradualmente – a una vera e propria “pattumiera”, se così si può affermare. È vero che la municipalizzata Gesema è
in cattive acque (situazione di fallimento), ma qui entra in gioco la maleducazione dei residenti. Sacchetto selvaggio
sulla provinciale per Spiano; rifiuti in bella vista – tra cui involucri cartacei per pizza – a Piazza del Galdo e a S.
Vincenzo anche igienici (water e quant’altro). Tutto testimoniato da immagini e foto varie – riprese dai cittadini più
“puliti”. Forse la crisi della Gesema inficerà la presenza di qualche busta in più lungo i marciapiedi e/o la presenza
di erbe selvatiche infestanti tra un mattone e l’altro della walking area – ma non certamen
te la cattiva abitudine degli stessi Sanseverinesi, che gettano noncuranti bucce di banana e confezioni di gelati al
suolo. Mortificando e vituperando l’ambiente e la loro propria “casa”: l’ecosistema! Saranno capaci gli amministratori
“del futuro” di evitare o quantomeno di arginare tutto questo? In nome di una maggiore vivibilità – al capoluogo come
nelle frazioni.
ANNA MARIA NOIA
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