F edersolidarietà - Confcooperative: “La Regione cancelli il decreto n 108”
Il decreto n 108 del 2014 dimezza i servizi socio-sanitari e lascia senza assistenza centinaia di disabili.
Contro il provvedimento, il prossimo 21 gennaio, il Coordinamento Campano delle famiglie per i diritti dei
disabili indice una manifestazione.
“Il decreto n 108 della Regione Campania è come un colpo d’ascia sulla testa delle persone. Taglia 1.600
posti nei centri diurni socio-sanitari per i disabili. Tali prestazioni dovrebbero essere sostituiti, secondo
la normativa, da servizi territoriali e di assistenza residenziale. Ma, ad oggi, non possiamo più accettare
il condizionale. I tagli da parte del Governo e della Regione hanno già congelato molti servizi territoriali
e gli Enti locali sono impossibilitati a prevederne di nuovi. A questo punto c’è da chiedersi: i governanti di
questa Regione vivono in Campania o su Marte? Oppure mentono, sapendo di mentire?”
Così Giovanpaolo Gaudino, presidente di Federsolidarità – Confcooperative, la Federazione che aggrega le cooper
ative sociali aderenti a Confcooperative Campania, a pochi giorni dalla manifestazione che le famiglie di molti
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disabili hanno organizzato per il prossimo 21 gennaio. Le famiglie si raduneranno fuori la sede della Regione
Campania, a S. Lucia, per chiedere a gran voce il ritiro dell’infausto decreto.
E continua: “È indubbia la necessità di pianificare un sistema integrato di servizi territoriali e socio-sanitari
sempre più efficaci e sostenibili. Ma non è con i tagli sconsiderati che si procede nel verso giusto. Serve
programmare, investire, dialogare con i territori e con i gestori dei servizi. Invece, si taglia. Si taglia
senza porsi affatto il problema delle conseguenze per le persone. Per noi questo significa solo una cosa: che
ancora una volta l’unica preoccupazione della Regione è far tornare i conti sulla pelle dei più deboli. Un’ulteriore
anomalia del decreto è la conversione dei posti per ricoveri semiresidenziali in residenziali, che costano molto
di più. Caldoro ha una sola alternativa: ritirare immediatamente il decreto”.
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