L A SILLOGE POETICA DI RENATO ROMANO PRESENTATA A COSTA DI S. SEVERINO
Mercato S. Severino. Luci soffuse, mercoledì 29 luglio ultimo scorso, per la presentazione dell’opera: “Prigioniero ad Auschwitz” – silloge poetica del giornalista e poeta Renato Romano che raccoglie carmi e poemi dal 1990 al 2004. L’iniziativa, svoltasi a Costa (popolosa frazione) nella proprietà del docente Luigi Grimaldi, rientrava nell’ambito di “Occhi di donna” – kermesse condotta dalla moderatrice Rita Occidente Lupo, insegnante e direttore responsabile del quotidiano online “Dentrosalerno.it”.
Presente, per i classici indirizzi di saluti di rito, l’assessore alle Politiche Culturali Assunta Alfano. C’era anche il presidente del consiglio comunale Mauro Iannone. A condurre, oltre alla già citata Occidente Lupo, Anna Bianchito – che ha declamato anche alcuni versi. Tra altri intervenuti, il giovane ma promettente direttore creativo sanseverinese Michele Citro, che ha esposto alcuni scatti fotografici realizzati in simbiosi con l’altrettanto giovane fotografo partenopeo Mattia Valerio. La mostra è stata “importata” a Costa di S. Severino direttamente dalla Francia – Parigi – dove ha riscosso molto successo. Il titolo è stato: “Il fascino dei prodotti”.
Gli sponsor della manifestazione erano: Dentrosalerno.it; “Il paradiso dei fiori”; “La fermata” ristorante e pizzeria – che ha poi “offerto” un lauto buffet di pasta al termine della kermesse; “Europa edizioni” – responsabile della pubblicazione del volume di Renato Romano; “Edizioni Il paguro”, di Michele Citro e Danilo Napoli – giovane casa editoriale, di recentissima costituzione.
Renato Romano ha origini venete, ma vive in quel di Scafati.
Nel tracciarne il profilo, a mo’ di introduzione, la cronista Lupo ha parlato di lui come “una penna di ampio rispetto”, che ha vergato e siglato la seconda sua opera – anche la precedente era un florilegio poetico.
Il titolo sembra essere fuorviante, per comprendere a fondo l’opera: in realtà “Prigioniero ad Auschwitz” è la denominazione di una singola lirica tra tante altre, ispirata però proprio agli orrori e alle atrocità del più famoso campo di concentramento al mondo. Ciò è stato più volte ribadito nel corso dell’incontro.
Cui, tra l’altro, hanno preso parte tanti ed “esclusivi” ospiti. Tra costoro, l’insegnante di Filosofia Pina Lamberti Sorrentino, personalità di riguardo amica di Romano che ha espresso la sua, parlando della poesia come “poiesis” greca – ovvero come passaggio dal Non essere all’Essere.
La piacevole serata si è aperta con le riflessioni di Assunta Alfano. Dopodiché è stata Rita Occidente a condurre una amena chiacchierata, cogliendo spunti nel suo moderare e rivolgendo precise, acute e puntuali domande all’autore.
Per quanto riguarda la Alfano, ella ha discusso di come a S. Severino la cultura non sia “mortificata” (vituperata) come in altre realtà territoriali, come in altri Comuni; altresì l’assessore ha ri-affermato con forza il dovere di “ricordare” i posti come “Auschwitz”, rendendone edotte le nuove generazioni. Subito dopo ha preso la parola Mauro Iannone: “Occorre incentivare eventi simili nel comprensorio – ha dichiarato – per stimolare e dare un segnale forte ai giovani da parte delle istituzioni.”
Secondo Rita Occidente, entrando specificamente nell’argomento, la poesia è moto dell’anima e del cuore, ma – dichiara: “A volte i poeti perdono il contatto con la realtà, guardando il mondo da un cantuccio privilegiato, come affermava Manzoni.”
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Le liriche del Romano vengono “catalogate” sotto quattro sezioni tematiche: Vita, Amore, Fantasia e L’estate. Il poema da cui il libro trae il nome è “Auschwitz 1941”.
Il Nostro “alterna” la passione dello scrivere poesie al suo “mestiere” consueto: quello di giornalista; è infatti corrispondente per giornali dell’Agro Nocerino-sarnese. Risiedendo a Scafati, è stato vicecaposervizio di “Insieme”.
Ma Rita Occidente – da buona coordinatrice – ha subito colto l’occasione affinché Romano stigmatizzasse la netta differenza che intercorre tra scrivere di poesie e approntare articoli in qualità di giornalista.
È una differenza fondamentale, sostanziale: lo ha dichiarato lo stesso autore!
“Il giornalismo – spiega Renato Romano – è lo scrivere attenendosi alle fonti, verificando e attuando ricerche per avvicinarsi al vero; la poesia è invece opera di fantasia e si inventa.”
Comunque, anche se – dice ancora lo scrittore – “non si vive di sola poesia” (“Carmina non dant panem” – per avvalerci del latino, espressione “sfoderata” dalla Lupo durante la soirée) il suo nome è stato immesso tra gli autori più importanti del secondo Novecento.
La prossima “fatica letteraria” (in gergo) di tale cronista sarà un romanzo: la sua “opera prima” di narrativa.
Ad intrattenere ed anzi ad incantare il numeroso uditorio - un pubblico interessato e “rapito” dalle declamazioni di Anna Bianchito così come della chiacchierata tra la moderatrice e Renato Romano - ecco anche dei deliziosi intermezzi musicali a “base” di mandolino e con la sapienza e maestria di Felice Del Regno e di sua figlia Marina.
La serata è volata letteralmente via in un attimo, e infine largo al karaoke – per tutti – e alle canzoni stonate urlate al cielo lassù – per dirla con il cantante Claudio Baglioni.
Prossimi appuntamenti a Costa, nel cortile dell’abitazione di Luigi Grimaldi saranno previsti per il 12 e per il 26 agosto.
ANNA MARIA NOIA
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